E’ a rischio l’uomo, non la terra.
Con l’equipaggio della Iss, racconta, “abbiamo visto fuochi bruciare nelle foreste Amazzoniche, in Africa, in Australia”. “Ho fotografato l’Australia per 4 mesi, un intero continente in rosso” commenta. “Questa fragilità così evidente -prosegue- ha l’effetto di farci pensare: qual è l’elemento più fragile? Me lo hanno chiesto anche al summit sul clima all’Onu”. “Era una domanda che non mi aspettavo: la cosa più fragile siamo noi uomini” scandisce. “La vita -osserva l’astronauta- continuerà ben oltre i danni che stiamo facendo, l’Universo è predisposto per la vita, la vita è perfettamente allineata con i principi della fisica, quindi continuerà ad esserci ma non è detto che in futuro ci sia l’uomo in questo sistema”. “Se vogliamo preservare l’umo è il momento di agire. E’ un problema che ci riguarda molto, molto da vicino”