E’ a rischio l’uomo, non la terra.

“E’ a rischio l’uomo, non la terra”, è con queste parole che Luca Parmitano , nella sua intervista al ritorno dalla sua missione spaziale ( leggi l’intervista integrale in inglese ) , ammonisce l’umanità.

 

 Dalla Stazione Spaziale Internazionale, spiega Luca, “ti accorgi che quello che hai visto fino a questo momento della Terra è solo una piccolissima parte di un sistema vivente” che è a rischio.

 Dallo spazio “si vede la fragilità, la bellezza della natura che si ribella nella sua  capacità devastante di farci sentire piccoli”

I cambiamenti climatici stanno mettendo a rischio numerose specie viventi.

Nessuno si preoccupa che fra queste specie  possa esserci l’uomo.

Con le sue parole Luca Parmitano riporta l’attenzione su questo aspetto fondamentale. L’ambiente va salvaguardato perchè anche l’uomo è un ospite del pianeta terra e non il proprietario.

Parmitano racconta che dalla stazione spaziale, “abbiamo visto fuochi bruciare nelle foreste Amazzoniche, in Africa, in Australia”. “Ho  fotografato l’Australia per 4 mesi, un intero continente in rosso” . “Questa fragilità così evidente  ha  l’effetto di farci pensare: qual è l’elemento più fragile? Me lo hanno chiesto anche al summit sul clima all’Onu”. “Era una domanda che non  mi aspettavo: la cosa più fragile siamo noi uomini” 

 “La vita continuerà ben oltre i danni che  stiamo facendo, l’Universo è predisposto per la vita, la vita è  perfettamente allineata con i principi della fisica, quindi continuerà ad esserci ma non è detto che in futuro ci sia l’uomo in questo  sistema”.

 “Se vogliamo preservare l’uomo è il momento di agire. E’ un  problema che ci riguarda molto, molto da vicino” 

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